mercoledì 13 dicembre 2017
venerdì 8 dicembre 2017
La Nuova CML è la storia della famiglia Casonato a Cimadolmo
Ci ricordiamo bene il 1993, anno nel
quale Rolando Anzanello,giornalista e scrittore, storico
collaboratore de La Tribuna di Treviso,
direttore dei settimanali locali Gente a Nordest e
Comunità, corrispondente del
quotidiano L’Indipendente fondato da Vittorio Feltri, dedicava
alla storia umana e imprenditoriale di
Mario Pio Casonato una intera pagina del suo giornale.
La CML nasce nel 1978 dal fondatore
Mario Pio Casonato come meccanico manutentore
per poi specializzarsi nelle
attrezzature per le troticolture.
L’azienda evolve nel 1986 con la
trasformazione in società SNC e l’ingresso del primogenito,
Ci ricordiamo bene il 1993, anno nel
quale Rolando Anzanello,giornalista e scrittore, storico
collaboratore de La Tribuna di Treviso,
direttore dei settimanali locali Gente a Nordest e
Comunità, corrispondente del
quotidiano L’Indipendente fondato da Vittorio Feltri, dedicava
alla storia umana e imprenditoriale di
Mario Pio Casonato una intera pagina del suo giornale.
La CML nasce nel 1978 dal fondatore
Mario Pio Casonato come meccanico manutentore
per poi specializzarsi nelle
attrezzature per le troticolture.
L’azienda evolve nel 1986 con la
trasformazione in società SNC e l’ingresso del primogenito,
per poi completarsi con
l’entrata del quarto figlio nel 1996. Dopo un crescente sviluppo in
vari settori la decisione di creare la NUOVA CML S.r.l. nel 2009
gestita dai 4 fratelli Casonato.
L’articolo di Anzanello viene a
legittimare una storia di laboriosità, di impegni e sacrifici,
per altro segnati dal successo
produttivo e commerciale.
Certamente quel che non è mai mancato
alla famiglia Casonato è la creatività e il ‘geniaccio’
imprenditoriale, insieme ad un corredo
di valori mai dimenticati.
Ad oggi la società risponde alle più
svariate richieste di automazioni e forniture in più settori :
edilizia impermeabilizzazioni automazioni prototipi in genere ;
settore vitivinicolo energie rinnovabili arredo urbano interno arredo
urbano esterno...
“Abbiamo- ci dicono i fratelli-, un
parco macchine efficiente e moderno, macchine
attrezzate con componenti selezionati e
forniti dalle migliori marche sul mercato. tutte le realizzazioni
subiscono un attento controllo qualità, sia nel corso delle
lavorazioni sia
durante l’assemblaggio.È così che
possiamo garantire la qualità totale della produzione,
riuscendo quindi a dare adeguata
soluzione alle aspettative del mercato e alle richieste
del cliente, al quale garantiamo anche
assistenza dopo la vendita del prodotto.
I pezzi di ricambio vengono consegnati
in tempo immediato; il nostro magazzino è
molto fornito, capace di soddisfare le
richiese in ogni momento.
Come Nuova Cml srl dedichiamo un grande
impegno ad ogni fase della lavorazione,
dalla consulenza iniziale al progetto
alla produzione e alla fase post-vendita. Siamo
impegnati anche nella ricerca delle
migliori condizioni di lavoro: l'area produzione è
dotata di sicurezze elettriche e
meccaniche, l’emissione polveri è contenuta, il livello
di rumorosità molto basso.”
E, da queste parole, il pensiero ci
corre a quella mitica intervista al Fondatore. Se la
laboriosità della gente veneta è
storica e proverbiale, qui, a Cimadolmo, con i Casonato,
si è fatta semplicemente valore.
Così va bene !
sabato 2 dicembre 2017
I buoni vini dell'azienda agricola Dino Lorenzon a Negrisia di Ponte di Piave
Le Terre del Piave sono state scelte
dai comunicatori e dai giornalisti di Borghi d'Europa
quali terre 'capofila' delle iniziative
di informazione che la rete internazionale sviluppa
per il progetto dei 'Percorsi
Internazionali'.
Dino Lorenzon ha lasciato ad Anna ed
Omar una azienda agricola in salute.
L’azienda è situata a Negrisia di
Ponte di Piave, a pochi passi dal fiume Piave.
“Da oltre 50 anni coltiviamo nei
nostri vigneti, con scrupolosa cura e innata passione ,
un’ ottima uva, dalla quale
otteniamo,unendo sapientemente tradizione, innovazione e
dedizione, dei grandi vini ,che
proponiamo con attento e scrupoloso servizio,sia in
bottiglia che sfusi.”
Il dialogo scorre veloce : notiamo in
Anna e Omar una schiettezza d'altri tempi, quasi
che il lavoro della terra donasse loro
uno spirito diverso, più disponibile e, al contempo,
meno incline alle perdite di tempo.
“I nostri vigneti, coltivati nel
massimo rispetto della natura e delle rigide norme
comunitarie, sono situati in tre zone
ben distinte: Negrisia, con un predominate fondo
ghiaioso abbinato ad un deposito
argilloso lasciato dalle frequenti esondazioni del
fiume Piave; Campodipietra, con fertili
e interminabili campagne, dal terreno
limoso-argilloso, ricco di fosforo e
potassio, da sempre un territorio ad altissima
vocazione viticola. Zenson di Piave,
terreno argilloso e fertile, dalla buona presenza
di caranto, a pochi passi dal fiume
Piave.Da queste terre otteniamo vini bianchi freschi,
delicati e profumati, vini rossi sapidi
e corposi, testimonianza diretta di una cultura enogastronomica molto
importante del Veneto. “
La cura dei vigneti, la lavorazione
artigianale in cantina, danno poi i risultati di
vini eccellenti.
In questa zona,per molti anni ( è bene
ricordarlo), si producevano quantità enormi
per ettaro, proponendo poi in tavola
vini dalla qualità decisamente scadente. E' proprio
grazie alle aziendecome questa che
l'enologia del Piave ha saputo risollevare la testa,
arrivando ad esprimere compiutamente il
terroir d'origine.
Avvicinatevi pure ai bianchi giovani
(chardonnay,pinot grigio, l'intrigante manzoni,
il sauvignon,il verduzzo dorato),ai
frizzanti spumanti (moscato giallo spumante millesimato,prosecco
frizzante doc, prosecco extra dry doc), ai rossi nelle diverse
declinazioni (Merlot,Refosco dal
Peduncolo Rosso,
canbernet frane malbech ; i frizzanti
moresco e raboso rubino; gli speciali rossi
Decaranto, Principe rosso e Carmenere
dop), ai rosati. Coglierete in ciascuno di essi
quella passione che solo la storia sa
conferire ai vini di madre natura.
Se il grande Gino Veronelli potesse
degustare in piedi, magari direttamente dalle vasche,
questi nettari,annuirebbe, con poche
parole : “ questi sono i vini del Piave del mio
previlegio!
Che dire di più ?
sabato 25 novembre 2017
Milanese srl di Bertiolo del Friuli nel progetto internazionale Borghi d'Europa
I giornalisti e i comunicatori della
rete internazionale Borghi d'Europa hanno invitato
l'azienda Milanese srl di Bertiolo del
Friuli a partecipare al progetto Aquositas,Le Vie
d'Acqua, che impegna sei Paesi Europei
( Italia,Austria,Croazia,Slovenia, Canton
Ticino,Spagna), alla scoperta di luoghi
e territori 'inediti'.
Il progetto prevede la realizzazione di
stages di informazione e la produzione di materiali
didattici da donare alle comunità
scolastiche, materiali che sono il 'risultato' delle
interviste realizzate nel corso degli
stages stessi.
In particolare, proprio in questi
giorni, Borghi d'Europa stà presentando la campagna di
conoscenza dei pesci d'acqua dolce,
trota in primis.
L'Azienda Milanese srl e’ presente
sul mercato dal 1953. Produce e commercializza una
vastissima gamma di attrezzature per
l’acquacoltura, che esporta in ben 40 paesi di
tutto il mondo. Inoltre progetta e
costruisce su misura sistemi di automazione per
l’allevamento del pesce.
L'azienda è stata coinvolta nel
progetto quale 'partner di informazione', assai prezioso, vista
la sua esperienza pluriennale ed
internazionale .
Hanno accompagnato questo primo viaggio
del gusto anche FriullTrota di San Daniele del Friuli ;
la Troticoltura Santa Cristina di
Quinto della famiglia Bresciani (Parco del Sile) e l'Itticoltura
Tonini di Saletto di Piave.
lunedì 14 agosto 2017
Borghi d'Europa : Santa Maria di Piave
Santa Maria del
Piave era un ospedale-monastero cistercense nell'attuale provincia di
Treviso. In origine sorgeva presso l'omonima frazione di Mareno di
Piave (l'antica località Talpon) e in seguito fu riedificato nella
vicina Lovadina di Spresiano.
Borghi d’Europa ne
ripropone la storia, all’interno del viaggio nelle Terre della
Piave.
Il monastero si
trovava in un'area assai battuta dai traffici, presso una zona di
guadi posta sul medio corso del Piave e all'incrocio tra le strade
Ungaresca e Alemanna. Compito dell'istituzione era infatti dare
ospitalità a mercanti, pellegrini e viandanti in genere che vi
transitavano.
Santa Maria del
Piave sarebbe stata fondata (o rifondata) attorno all'anno Mille e in
origine fu gestita da una congregazione diversa dai cistercensi. La
sua importanza era cresciuta all'epoca delle crociate, con l'aumento
dei pellegrinaggi verso la Terra Santa. In concomitanza, nobili ed
ecclesiastici ne avevano accresciuto le ricchezze attraverso
donazioni, mentre vari ordini militari e lo stesso pontefice ne
avevano garantito la protezione. Da Santa Maria dipendevano varie
chiese poste lungo il Piave e il Livenza.
Nel 1229, essendo il
complesso decadente sia dal punto di vista materiale che spirituale,
papa Gregorio IX lo affidò ai cistercensi dell'abbazia di Follina,
scelta che risultò felice per un certo periodo. A determinare la
fine dell'istituzione furono però altri eventi: la diminuzione dei
pellegrinaggi, le razzie degli eserciti di passaggio e, soprattutto,
le disastrose piene del Piave. Significativa fu quella del 1368,
quando il fiume mutò il suo corso e il monastero finì per trovarsi
nel mezzo di un'isola. Poiché il Piave fungeva (e funge tuttora) da
confine fra le diocesi di Ceneda e di Treviso, l'istituzione passò
dal controllo dell'una all'altra.
Alle inondazioni si
aggiunse la decadenza spirituale. Distrutto da un'altra terribile
ondata, nel 1459 l'abate commendatario Venceslao da Porcia lo fece
ricostruire sulla sponda destra, presso Lovadina. Tuttavia la
mancanza di monaci portò, alla fine del XV secolo, all'unione con il
monastero femminile di Santa Maria degli Angeli di Murano.
Tratto dalla Rivista
quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°9 - 1996 - Edita
dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane
PIER ANGELO
PASSOLUNGHI. Studiosoe ricercatore di
storia veneta,esperto di storia
religiosa per cui collabora a varie
riviste nazionali, ha curato varie pubblicazioni,
in particolare di Storia
e Bibliografia della
Sinistra Piave.
"....S. Maria del
Piave, antico ospedale sorto presso un'importante zona di
guadi
sul medio corso del
fiume.
Inizialmente si
trattò di una chiesa con funzioni ospedaliere affidata ad
una
comunità di cui
non si conosce la regola professata. Nato o rinato attorno
al
Mille nel fervore
della ripresa religiosa e commerciale,fra i suoi compiti
c'era
l'ospitalità a
viandanti,pellegrini e mercanti che guadavano il Piave.
Sorto all' incrocio
tra le vie ungarica e alemanna presso un boschetto di pioppi in
località (appunto) Talpon non distante da Mareno,
l'ospedale aveva accresciuto la propria importanza all'epoca
delle Crociate allorché si era trovato sul percorso via terra per la
Palestina. Nel 1120
i conti di Treviso, di Colfosco, di Ceneda ed i signori da Montaner
ne
avevano
congiuntamente fatto oggetto di importanti donazioni e ben presto, a
garantirne la protezione dagli appetiti degli ordini militari che
ne avevano tentato il rilevamento, erano arrivate le bolle di
protezione papale. Fra le chiese dipendenti per lo più
dislocate lungo il Piave che papa Lucio III nel 1177 aveva posto
nel patrocinioapostolico, ne figuravano
pure alcune presso
il Livenza: si trattava in quest'ultimo caso delle cappelle
di
Santo Stefano di
Meschio (Pinidello) e San Gottardo di Cordignano.
Poichè agl'inizi
del Duecento, l'ospedale risultava in piena decadenza spirituale
e materiale, nella
primavera del 1229 papa Gregorio ne aveva disposto la
riforma, affidandolo
al controllo dell'abate di Follina. L'arrivo di monaci del non
distante monastero
della pedemontana produsse gli effetti desiderati, inducendo
quelli che vi
vivevano già ad accettare la regola cistercense tanto che ben presto
la casa plavense
potè riprendersi.
La perdita
d'importanza rispetto ai flussi verso la Terra Santa del
secolo
precedente e i
distruttivi passaggi d'eserciti dovuti alle continue guerre
che tra
Due e Trecento
coinvolsero la Marca gravando sui guadi, finirono però col farsi
ben presto sentire
in forma negativa. I maggiori danni venne però ad arrecarli il
Piave con le sue
piene distruttive: nel 1368 un' onda del fiume più violenta del
solito
completamente
circondò l'area ove sorgevano le fabbriche, riducendolo ad
isola.
Sorto in diocesi
di Ceneda sulla sponda sinistra, il monastero si trovò così
in
mezzo al guado,
tanto che finì col venir indicato appartenere ora alla diocesi di
Ceneda, ora a
quella di Treviso. Colpito da ulteriori inondazioni, ed ormai
in
piena crisi
vocazionale, a metà Quattrocento subì una pesantissima
distruzione
che lo abbattè
dalle fondamenta. Il commendatario Venceslao da Porcia ne
ricercò nel
1459 pronta riedificazione presso la più sicura riva
destra a
Lovadina, ma
essendo le nuove fabbriche rimaste vuote per mancanza di
monaci, a fine
secolo il suo beneficio economico venne unito alle monache di S.
Maria degli Angeli
di Murano."
sabato 29 aprile 2017
La Pasticceria Cuccato di Montagnana alla Festa del Prosciutto Veneto
Il Comitato Padova
in Cucina dell’Associazione l’Altratavola ha disegnato in modo
definitivo
la rete delle
iniziative di informazione di Borghi d’Europa nel territorio della
Bassa Padovana,
di Vigonza e del
centro cittadino.
Si tratta di una
serie di incontri alla ricerca degli inediti del buon e bello vivere,
che costituiranno
la base per la
realizzazione di almeno dieci puntate della trasmissione L’Italia
del Gusto.
Nella Bassa Padovana
le iniziative ricominciano da Montagnana, ove dal 19 al 28 maggio si
terrà la tradizionale Festa del Prosciutto Veneto berico euganeo dop
.
La prima
trasmissione riguarderà la Pasticceria Cuccato, che partecipa come
ogni anno alla
manifestazione, con
la presenza all’interno dello Stand, per proporre le proprie
specialità.
mercoledì 22 marzo 2017
Da Bazzichet, ovvero Monicapoz
La scelta della
Osteria Bazzichet a Giavera del Montello per la realizzazione di uno
stage
d’informazione di
Borghi d’Europa si motiva con grande semplicità : un luogo
storico, dove
si andava nei tempi
ruggenti, per un piatto di sopressa e di funghi chiodini.
Monica ha riaperto
l’antica osteria, con una grinta degna di altri tempi e una
ispirazione cucinaria
legata
indissolubilmente alla tradizione.
Così la
provocazione di un comunicatore di chiedere sopressa e chiodini in
inverno, si è meritata
una giusta risposta
: “ fuori stagione, niente chiodini, non siamo quelli dei chiodini
tutto l’anno!” .
Poi il coniglio (
rigorosamente del Montello), interpretato alla grande, come da tempo
non capitava.
Le paste fatte in
casa (quei bigoli….), lo spiedo, i vini di pronta beva. Insomma
tutto ciò che fa
della cucina un’arte
su misura.
Da annotare e
ricordare !
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